Replying to L'argomento - secondo il mio modesto parere

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  1. Posted 19/3/2015, 13:43
    La legalizzazione della cannabis - secondo il mio modesto parere



    E' inutile sottolineare, ma lo farò, quanto sia difficile trattare l'argomento senza prendere una delle due posizioni. Ma forse non si può semplicemente basare una discussione apriorando quanto influenzi l'opinione personale. E forse un modo per superare questo ostacolo c'è e non riguarda l'essere proibizionisti o antiproibizionisti, ma pensare cambiando il sistema che parla della questione, non tramite la differenziazione tra chi è d'accordo e chi non lo è, ma fornendo spunti di riflessione e punti di vista affinché qualcun altro prenda uno spunto e sviluppi l'argomento; è così che si costruisce la conoscenza e la cultura delle cose no? Dal mio punto di vista, che non vuole starsene sopra a nessun altro (poiché ripeto, non è questione di convincere o meno di una posizione soggettiva), il discorso sulla legalizzazione è uno strumento di legittimazione politica (da una parte e dall'altra). Perché a parte slogan e false battaglie sociali, nessun uomo politico ha mai espresso un parere giustificato. Sto forse dicendo che chi non vorrebbe legalizzare la canapa sia ignorante sull'argomento stesso? Anche, ma non voler conoscere la cosa in modo soggettivo e oggettivo, in un contesto di contrapposizione di urla in un teatrino dei pupi in cui ti fanno credere di credere a ciò che dicono è anche esso uno strumento di auto-legittimazione del potere. In che senso? Beh, pensandoci, a chi converrebbe la legalizzazione? La sua illegalità alimenta un sistema ideologico che si basa sulle costanti dicotomie stereotipate di opinione.
    Qualche esempio?
    Gli immigrati devono andarsene VS siamo tutti fratelli.
    Salvini è un razzista ignorante VS è il nuovo volto dell'italia.
    Chi fuma le canne è un drogato VS fanno più male le sigarette.
    E' in questa semplice contrapposizione , nella facilità della sua formazione che si autolegittima il potere; perché, invece di studiare un qualcosa, è più facile spiegarlo portandolo all'estremo e contrapponendolo, appunto, a un suo opposto. Ma tornando ai potenti, chi mai vorrebbe interrompere il flusso di criminalità organizzata dietro la droga, con il rischio di troncare i rapporti reciproci? Chi della politica, aprirebbe il proprio credo politico alla discussione eterogenea e non di parte? Chi rinuncerebbe alla contrapposizione SI VS NO per comprarsi il consenso momentaneo del "popolino"?
    Ora, io non vorrei ricadere nel discorso del "complotto" o del "sospetto" sullo stato, ma capire come questa cosa può essere affrontata senza strumentalizzarla (come fanno i partiti).
    Analizziamo alcuni punti della questione.

    1)"Fumarsi le canne fa male"
    Dire che fumarsi le canne fa male può voler dire milioni di cose e questo sta alla discrezione delle persone. Ma allora portiamo quest'azione su un piano diverso e assurdo. Superiamo la dicotomia: fa male o non lo fa? E se la domanda fosse invece: "Ma anche se facesse male, perché lo stato dovrebbe chiamarmi in tribunale se mi faccio male? Per promuovere uno stile di vita salutare? Ma questo si fa con la cultura, l'istruzione, la sensibilizzazione, non con il carcere!
    Vogliamo farne una questione morale? bene... numero 2:

    2)"ma fumarsi le canne è sbagliato"
    Può essere vero, ma non per tutti lo è perché: 1)l'esperienza fisica e psicologica del consumatore spesso lo smentisce; 2)se non si fa male a qualcun altro, non si può parlare di etica sociale, ma individuale.
    Esempio.
    Per la chiesa, e per molte altre persone il suicidio è immorale eppure non mi sembra sia illegale. Anche non badare ai propri figli può essere immorale, ma non è illegale. Suicidarsi o non badare ai propri figli non è illegale finché queste azioni non coinvolgano altri. Domandatevi a chi faccio male io nello stare a casa, su una poltrona, a rilassarmi e a fumare una canna?
    Risposta.... Numero 3.

    3)"Ma non possiamo permettere ai nostri ragazzi di drogarsi!"
    Bene, allora andiamo alla radice del problema... cosa vuol dire drogarsi? Assumere sostanze che alterano il tuo stato psico-fisico rendendoti dipendente. Vogliamo smentire che in piccola parte non sia così anche per la canapa? Il punto non sta nel confermarlo o smentirlo, sta nella consapevolezza personale. Si può consumare o abusare, ma si può fare per qualsiasi altra cosa! Anche di cibo si abusa, e come si combatte il suo abuso? Insegnando alla gente come si mangia. Insegniamo alla gente come si fuma! Vuol dire capire perché e come fare qualcosa che altro non è se non qualcosa di superfluo, un vizio qualsiasi, un piacere qualsiasi. E non ricominciamo col dire che fa male, questo non giustifica la criminalizzazione del suo consumo. E quindi come si fuma? Bisognerebbe porre la cosa su un piano semplice: c'è chi lo fa e chi no, non dovrebbe impressionare nessuno. Se sei convinto che fumare faccia male, insegnalo a tuo figlio, tramanda la tua idea. Ma per chi la pensa diversamente, è anche giusto ricordare che quando si pensa alla "maria" non si può, ancora, immaginare degrado o disagio familiare/sociale. La gente che consuma è spesso la più comune di questo mondo. Persone che tra i propri impegni si ritagliano un momento non per "sballarsi" (e chiunque non ha provato non può parlare degli effetti), ma rilassarsi, provare qualcosa di diverso, anche se è un condizionamento della sostanza... e allora?
    Non voglio sdoganare il suo utilizzo, ma bisogna ammettere che moltissime cose possono alterare la tua mente di un minimo in un momento qualsiasi. Ma non torniamo col parlare dei suoi effetti, parliamo ad esempio della mia esperienza personale. Mi sono trovata in Giappone, in una valle sperduta, seduta a mezzanotte davanti alle risaie, con un'amica e un ragazzo spagnolo a fumare nella condizione più incredibile immersa in un paesaggio straordinario. E cosa ha fatto quella misera cannetta? Nulla, come un bicchiere di vino ha accompagnato la nostra serata dopo un intero giorno nei campi, nella quale ci siamo raccontati le nostre vite. E' servita? Era necessaria? No, ma cosa lo è in una situazione conviviale e ricreativa? Già solo il termine "ricreativo" ci parla della sua utilità che non c'è, senza dubbio, ma ci rende dei drogati? Continuando a pensarla in questo modo, legittimiamo invece comportamenti sbagliati. Da ragazzi attratti più dalla sua illegalità che alla sua particolarità, a giovani che la cercano in quanto droga, non in quanto "mezzo ricreativo".
    Ma c'è una questione che rende tutto complicato.

    4)"Ma se ti fai le canne poi passi ad altro"
    In parte ho già risposto precedentemente. Se si conosce come si fuma e cosa, il "passare ad altro" è una possibilità qualunque che si lega ugualmente a mille altre cose e quindi ne sminuisce lo stretto legame che potrebbe esserci. Anche le sigarette "fanno passare ad altro" , qualunque situazione può causarlo, ma non si può rendere illegale una possibilità su mille. Conoscere e accettare idealmente qualcosa ci aiuta a scegliere poi consapevolmente.
    Se si conoscesse davvero, si smentirebbe anche un'altra cosa.

    5)"Chi fuma è un criminale"
    Mi sento quasi impossibilitata nel confutarlo, tutto quello che ho detto fino adesso lo confuta già. Un crimine si commette se si infrange la legge e in effetti chi fuma erba et similia lo fa, ma dov'è il limite della nostra coscienza che deve riflettere su cosa gli impedisce uno stato nel giusto e nel torto? Non ci si può affidare al fatto che il rispettare la legge si debba fare in maniera sostanziale, le leggi il popolo le può disapprovare e non per trasformare il mondo in un'utopica società anarchica, ma perché una rivoluzione di pensiero deve poter essere una rivoluzione politica e culturale, nei limiti del rispetto altrui.
    Concludo con il punto numero 6 che si unisce perfettamente a questo discorso.

    6)"Non si può permettere tutto solo perché si diffonde"
    Esatto. Proprio per questo bisogna parlarne e conoscere il fenomeno, perché non tutte le idee nuove e diffuse sono buone, ma se legalizzare le droghe leggere fosse giusto e fosse sbagliata la legge? Invece di contrapporre NO assoluti a battaglie personali, bisognerebbe costringere le istituzioni ad ascoltare, ricercare e capire come e perché sia diffuso il consumo. Perché la società non può davvero credere che le cose si distinguano tra estremi. Le idee, le filosofie crescono e si sviluppano in modo molteplice e differenziato. La consapevolezza, il rispetto, l'ascolto, una nuova dialettica di tolleranza attraverso la cultura e la scoperta. E' sotto questo principio che mi sento favorevole alla legalizzazione della canapa, non per scelta, ma per un modo di ragionare che mi ha portata al conoscere questa cosa e a capirla... Quindi perché non sviluppare nuovi punti di vista? Provarci non è illegale.

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