Il quarto governo non eletto VS Articolo 92 - la scuola può sconfiggere la discussione di opposizioneL'idea di scrivere mi è "stranamente" venuta a seguito del bombardamento social-sociale sulla polemica sopracitata nel titolo. L'ennesimo argomento un po' flame e un po' vero ove entrambe le parti si scannano per conquistare l'ultimo commento. Ma io... io non capisco.
Ci stiamo dividendo tra post che copia-incollano l'articolo 92 e indignazioni di stato sul quarto governo non eletto. Tutto ciò è delirante e alienante perché nessuna delle due istanze trova o propone un'analisi rispetto quello che è successo partendo dall'opinione pubblicata. E non cominciamo col dire che è facebook a scatenare polemiche e discorsi sul niente, perché facebook da solo non condivide e non scrive, la responsabilità come al solito è di chi usa e abusa delle possibilità di un mezzo. E se neghiamo questo allora i proibizionisti hanno ragione. Continuando, nel merito, trovo sia svilente allo stesso modo proporre in tutte le salse che il governo non è scelto dal popolo, lo sappiamo, non è questo il punto. Il punto è che non è giusto che il popolo non possa ribaltare la politica nel voler riconquistare la propria rappresentanza, che si crede (a buon ragione o meno) violata e drogata da interessi di potere. E questo non si può ignorare. Ignorare la voce palese del popolo è miope se si crede nella potenzialità della società di scegliere la propria classe politica. Non si può etichettare mezzo mondo sotto la voce: "ignoranti 2.0". Altrimenti finirà per dividerci nuovamente su una posizione e non su alcune soluzioni. Tuttavia non si può neanche accettare il parallelismo tra disagio economico/sociale e incapacità di decidere culturalmente considerando le scelte individuali. Non è accettabile in uno stato di diritto che chi non può permetterselo non può accedere a un livello di coscienza politica utile alla politica stessa, ovvero a un sistema di formazione/istruzione responsabile e in teoria gratuito (o pagato in quanto pubblico).
Mi spiego meglio. C'è chi spiega i motivi di un NO referendario politico come sentimento negativo nei confronti di un ingiusto governo/parlamento evidentemente portato a usare la rappresentanza per restare al potere e non per portare avanti promesse politiche. Quindi io voto i miei rappresentanti mandandoli in parlamento, poi vedo che (causa legge elettorale e non) coloro che ho votato affinché mi rappresentassero, si riuniscono in nuovi partiti e aree politiche che alle elezio...Read the whole post...
Milano e l'indignazione socialeCiò che mi preme dire riguardo agli eventi di Milano del primo Maggio non possono rappresentare una fazione ideologica, perché rispondere agli eventi senza averlo sperimentato con inutili papelli di indignazione sociale, mi sembra disonestà giornalistica.
Tuttavia, ancora una volta il mondo dei media (virtuali e non) banalizza le questioni etiche rendendole l'ennesima contrapposizione di idee stantie e poco coraggiose. Cercherò, come ho sempre fatto, di analizzare la questione in modo semplice e personale.
Una delle primissime reazioni che mi interessa trattare, è ovviamente la diretta esperienza dei cittadini milanesi, che hanno risposto al presunto attacco alla civiltà con un: “Milano non si tocca”. Potrei stare ore e ore a copiare e incollare stati e articoli provenienti dall'amata informazione made in facebook, sommerso in questi giorni da uno strano patriottismo cittadino dal sapore nordico e vagamente padano.
Gli accusatori si ritengono, evidentemente, dei modelli comportamentali da seguire, visto l'indignazione generale.
Vedono in fiamme la loro amata città e si chiedono cosa mai avrà fatto la povera signora, che aveva parcheggiato davanti casa, per meritarsi di perdere la propria auto. Una domanda legittima, umana. Eppure prima di sbandierare la parolina “senso civico” a destra e a sinistra (letteralmente e non) forse prima bisognerebbe guardare nelle proprie tasche e chiedersi: cosa faccio io per migliorare la mia amata città? Quale comportamento estremista può essere pacifico al cento per cento e allo stesso tempo rovesciare il sistema radicato? Ovviamente l'atteggiamento dei cosiddetti vandali si ripercuote sulla cittadinanza stessa e chi sacrificherebbe i propri beni o la propria sicurezza per gli ideali degli altri?
Il problema alla base è che i “guerriglieri ignoranti” sono un prodotto sociale esattamente come l'indignato di turno, provengono dallo stesso cestino marcio: lo stato capitalista.
L'indignazione dovrebbe allora ripercuotersi sui milanesi stessi, la gestione della città, la politica regionale, l'apparato governativo e amministrativo.
La spettacolarizzazione della battaglia sociale diventa vana quando si colpiscono degli “innocenti”. Ma quanti di noi sono effettivamente senza peccato? Facile sconcertarsi per l'inciviltà e buttare migliaia di mozziconi di sigaretta per terra, tanto ci mettono solo svariate migliaia di anni per decomporsi. Perché non è possibile mettere queste due cose sullo stesso piano? Perché i...Read the whole post...
Last comments