1. Raccolta piccoli-vecchi articoli sul Giappone

    AvatarBy Souji Okita il 28 Feb. 2017
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    "Morire per continuare a combattere”
    Un breve racconto di Souji Okita


    La foresta di Aokigahara, il sentiero dei suicidi

    Questo non vuole essere un articolo come gli altri, ma un mio breve racconto sull’argomento, e per far questo, necessito di fare una premessa. Il concetto di suicidio in Giappone è molto complesso, forse troppo per poter esser trattato in poche righe, ma penso che la sua risonanza, per quel che riguarda il Giappone sia così alta, che merita una citazione. Questo vuole essere solo un mio pensiero personale che possa incuriosirvi ed esprimere un’opinione sull’argomento.
    Ovviamente il tema del suicidio può avere una base storica a partire dal primordiale concetto shinto secondo cui morire da suicida vuol dire andarsene dalla vita fallita per ricostruire una nuova vita ultraterrena forte e onorevole. Ma questa è una concezione puramente “samuraica” e oltretutto prosaica se vogliamo. L’idea che un uomo possa commettere una buona azione per se stesso e la sua stirpe uccidendosi è comunque qualcosa che si allontana dal nostro immaginario viziato, per forza di cose, da una concezione cattolica, di peccato e di colpa. E invece il suicidio secondo l’ottica giapponese è visto come rigenerativo, come forza per potersi dare una seconda possibilità avendo fallito in vita. Una boiata? Una giustificazione? Un dolore represso mai espresso? A voi la parola.. io, tornando indietro di qualche migliaio di anni l’ho pensato così:



    Quel giorno era una pallida mattina di inverno. La rugiada inumidiva il verde sotto i nostri piedi. I foderi delle katane si bagnavano al veloce contatto con l’erba e subito si asciugavano nello sferzare il vento al correre dei samurai; un ciclo continuo che ricorda la rinascita dell’acqua in rugiada e la sua morte nel sole. Anche la morbida stoffa degli hakama era costretta allo stesso destino. Ero certo che un dubbio avrebbe assalito i guerrieri: Una volta fermi, cosa rimarrà? La rugiada o il vento? La rinascita o la morte? Era indubbio che saremmo dovuti morire, ma in che modo? Con o senza speranza? Non lo avrei mai saputo. Tutta la mia riflessione poteva semplicemente essere paura, ma in quel momento...

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    Last Post by Souji Okita il 28 Feb. 2017
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  2. L'argomento in breve - secondo il mio modesto parere
    Il quarto governo non eletto VS Articolo 92

    AvatarBy Souji Okita il 13 Dec. 2016
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    Il quarto governo non eletto VS Articolo 92 - la scuola può sconfiggere la discussione di opposizione



    L'idea di scrivere mi è "stranamente" venuta a seguito del bombardamento social-sociale sulla polemica sopracitata nel titolo. L'ennesimo argomento un po' flame e un po' vero ove entrambe le parti si scannano per conquistare l'ultimo commento. Ma io... io non capisco.
    Ci stiamo dividendo tra post che copia-incollano l'articolo 92 e indignazioni di stato sul quarto governo non eletto. Tutto ciò è delirante e alienante perché nessuna delle due istanze trova o propone un'analisi rispetto quello che è successo partendo dall'opinione pubblicata. E non cominciamo col dire che è facebook a scatenare polemiche e discorsi sul niente, perché facebook da solo non condivide e non scrive, la responsabilità come al solito è di chi usa e abusa delle possibilità di un mezzo. E se neghiamo questo allora i proibizionisti hanno ragione. Continuando, nel merito, trovo sia svilente allo stesso modo proporre in tutte le salse che il governo non è scelto dal popolo, lo sappiamo, non è questo il punto. Il punto è che non è giusto che il popolo non possa ribaltare la politica nel voler riconquistare la propria rappresentanza, che si crede (a buon ragione o meno) violata e drogata da interessi di potere. E questo non si può ignorare. Ignorare la voce palese del popolo è miope se si crede nella potenzialità della società di scegliere la propria classe politica. Non si può etichettare mezzo mondo sotto la voce: "ignoranti 2.0". Altrimenti finirà per dividerci nuovamente su una posizione e non su alcune soluzioni. Tuttavia non si può neanche accettare il parallelismo tra disagio economico/sociale e incapacità di decidere culturalmente considerando le scelte individuali. Non è accettabile in uno stato di diritto che chi non può permetterselo non può accedere a un livello di coscienza politica utile alla politica stessa, ovvero a un sistema di formazione/istruzione responsabile e in teoria gratuito (o pagato in quanto pubblico).
    Mi spiego meglio. C'è chi spiega i motivi di un NO referendario politico come sentimento negativo nei confronti di un ingiusto governo/parlamento evidentemente portato a usare la rappresentanza per restare al potere e non per portare avanti promesse politiche. Quindi io voto i miei rappresentanti mandandoli in parlamento, poi vedo che (causa legge elettorale e non) coloro che ho votato affinché mi rappresentassero, si riuniscono in nuovi partiti e aree politiche che alle elezio...

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    Last Post by Souji Okita il 13 Dec. 2016
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  3. L'argomento in breve - secondo il mio modesto parere
    Milano, l'indignazione sociale ai tempi del capitalismo

    AvatarBy Souji Okita il 3 May 2015
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    Milano e l'indignazione sociale




    Ciò che mi preme dire riguardo agli eventi di Milano del primo Maggio non possono rappresentare una fazione ideologica, perché rispondere agli eventi senza averlo sperimentato con inutili papelli di indignazione sociale, mi sembra disonestà giornalistica.
    Tuttavia, ancora una volta il mondo dei media (virtuali e non) banalizza le questioni etiche rendendole l'ennesima contrapposizione di idee stantie e poco coraggiose. Cercherò, come ho sempre fatto, di analizzare la questione in modo semplice e personale.

    Una delle primissime reazioni che mi interessa trattare, è ovviamente la diretta esperienza dei cittadini milanesi, che hanno risposto al presunto attacco alla civiltà con un: “Milano non si tocca”. Potrei stare ore e ore a copiare e incollare stati e articoli provenienti dall'amata informazione made in facebook, sommerso in questi giorni da uno strano patriottismo cittadino dal sapore nordico e vagamente padano.
    Gli accusatori si ritengono, evidentemente, dei modelli comportamentali da seguire, visto l'indignazione generale.
    Vedono in fiamme la loro amata città e si chiedono cosa mai avrà fatto la povera signora, che aveva parcheggiato davanti casa, per meritarsi di perdere la propria auto. Una domanda legittima, umana. Eppure prima di sbandierare la parolina “senso civico” a destra e a sinistra (letteralmente e non) forse prima bisognerebbe guardare nelle proprie tasche e chiedersi: cosa faccio io per migliorare la mia amata città? Quale comportamento estremista può essere pacifico al cento per cento e allo stesso tempo rovesciare il sistema radicato? Ovviamente l'atteggiamento dei cosiddetti vandali si ripercuote sulla cittadinanza stessa e chi sacrificherebbe i propri beni o la propria sicurezza per gli ideali degli altri?
    Il problema alla base è che i “guerriglieri ignoranti” sono un prodotto sociale esattamente come l'indignato di turno, provengono dallo stesso cestino marcio: lo stato capitalista.
    L'indignazione dovrebbe allora ripercuotersi sui milanesi stessi, la gestione della città, la politica regionale, l'apparato governativo e amministrativo.
    La spettacolarizzazione della battaglia sociale diventa vana quando si colpiscono degli “innocenti”. Ma quanti di noi sono effettivamente senza peccato? Facile sconcertarsi per l'inciviltà e buttare migliaia di mozziconi di sigaretta per terra, tanto ci mettono solo svariate migliaia di anni per decomporsi. Perché non è possibile mettere queste due cose sullo stesso piano? Perché i...

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    Last Post by Souji Okita il 3 May 2015
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  4. La questione di oggi – Secondo il mio modesto parere

    AvatarBy Souji Okita il 25 April 2015
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    25 Aprile, piccola riflessione - Secondo il mio modesto parere



    Il fascismo è stato un tentativo. Il tentativo di creare un'etica sociale condivisa da tutti gli italiani (per italiani Mussolini intendeva chiunque approvasse l'ideologia fascista, non i nati in Italia e questo i "neofascisti" ovviamente non lo sanno). Una dittatura che imponesse, inizialmente, leggi morali e politiche per gettare le basi a un'ideologia universale per l'unico e ultimo obiettivo: il bene dello stato. Un tentativo ambizioso.
    Credere al ventennio come a un periodo di puro e banale male e repressione del dissenso è un'opinione sinistroide e priva di fondamento storico. Il fascismo è stata l'espressione politica del neoidealismo di Gentile e Croce, con tutti i danni che ovviamente ha portato, considerando che per uniformare il pensiero politico bisogna reprimere il dissenso. Ciò che ha fatto fallire questo puro e utopico sogno fascista sono state le leggi razziali e l'alleanza con la Germania, questo è un fatto. Giudicare tale ideologia sbandierando la parola libertà nel bel mezzo della più grande dittatura contemporanea che è l'imperialismo capitalista è anacronistico e fasullo. Rendere omaggio alla storia e a qualsiasi tipo di battaglia sociale è un dovere di ogni cittadino, non lo metto in dubbio, ma continuare a innalzare bandiere rosse contro bandiere nere nel 2015 è privo di significato.
    Oggi abbiamo la possibilità di leggere e comprendere la storia, oggi, dovremmo liberarci da quelle bandiere e studiare i fatti del mondo con occhio critico. Mussolini ci ha provato come ci provò Lenin, un giudizio in merito possono averlo i partigiani del '45 non i partiti odierni, né i giovani che chissà in nome di cosa dibattono sui social su come o sul perché sia giusto o meno festeggiare oggi.
    Bisognerebbe studiare il fascismo in ottica comparativa, liberandosi da pregiudizi inutili e da posizioni stagnanti che non fanno altro che incrementare un giudizio essenzialista inutile alla società ingabbiata nella globalizzazione. Quindi, perché non informarsi? Perché distinguersi e parlare per opposizioni?

    Ed ecco a voi due citazioni:

    “Vogliamo educazione comune: come darla o riceverla, senza una fede comune? Vogliamo formare una Nazione: come riuscirvi, se non credendo in uno scopo comune, in un do...

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    Last Post by Souji Okita il 25 April 2015
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  5. L'argomento - secondo il mio modesto parere

    AvatarBy Souji Okita il 21 Mar. 2015
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    Ca' Foscari Short Film Festival - secondo il mio modesto parere

    -Il volontariato e le aspettative-



    La quinta edizione dell'evento organizzato da studenti e professori dell'università Ca' Foscari di Venezia. Un'iniziativa che in questi anni ha riscosso notevoli apprezzamenti. Un progetto che coinvolge scuole di cinema e giovani registi inseriti nel contesto di un concorso internazionale. Numerosi i programmi speciali e ospiti di fama mondiale.
    La sua nascita ha portato al coinvolgimento di moltissimi studenti desiderosi di dare una mano e proprio su questo aspetto mi interesserebbe analizzare alcuni punti. Il rapporto che c'è tra il volontariato e il festival come trampolino o palco per una professione futura. Gli eventi culturali che funzionano ci danno speranza, rincuorano quei giovani con voglia di fare che vedono nel futuro l'ombra del precariato e della disoccupazione. Tuttavia, qualsiasi manifestazione culturale nasce e muore in sé stessa, si auto-attribuisce (almeno inizialmente) un percorso artistico che dovrà poi convincere un pubblico maggiormente critico.
    A questo tipo di livello organizzativo vedere l'occasione come un'opportunità è esagerato, diciamo che, dal mio punto di vista, l'evento in sé è positivo finché potrà essere ripresentato l'anno successivo. Dal punto di vista di chi si propone, c'è ben poco da sperare, ma questo rispecchia il naturale percorso di una situazione di questo tipo. Cercherò quindi di analizzare qualche punto nello spiegare la mia opinione.

    1) La riuscita dell'evento e il lavoro di squadra
    Grazie a cosa l'evento riesce ogni anno? Rispondere che sia il lavoro di squadra è un pochino pretenzioso. La riuscita di un evento simile è la partecipazione di personaggi (anche emergenti) che interessano l'universo cinematografico. Sarebbe sciocco non ammettere che la risonanza di un nome rispetto a un altro fa la differenza, come lo fa l'internazionalità dei corti. Ciò che appare evidente, è che l'intero festival si incentra sulla presentazione e la scoperta di lavori artistici poco conosciuti o silenziosi. Dal punto di vista deg...

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    Last Post by Souji Okita il 21 Mar. 2015
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  6. La questione di oggi – Secondo il mio modesto parere

    AvatarBy Souji Okita il 21 Mar. 2015
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    L' eutanasia e il Buddismo - Secondo il mio modesto parere



    Questo è un argomento molto spesso dibattuto in maniera, a mio parere, sbagliata. Ciò che si sbaglia è l'approccio sistemico all'argomento. Le opinioni, il più delle volte si dividono tra chi sostiene la questione “morale” e chi sostiene la questione “scientifica”. Rispetto per la vita perché la vita è un dono o rispetto razionale delle scelte del singolo?
    Io credo che l'errore stia proprio nel voler dividere questi due aspetti che insieme potrebbero offrire una risposta soddisfacente sia dal punto di vista materiale che spirituale. Prendo spunto, a tal proposito, dagli insegnamenti del Buddhismo giapponese di Nichiren trasmesso dal famoso monaco Daisaku Ikeda. Dice Ikeda: “Attualmente, un punto ampiamente dibattuto è se il criterio legale per decretare la morte di un essere umano debba essere la morte del cervello o la cessazione del battito cardiaco”.
    Il concetto fondamentale di questo pensiero parte da una concezione spirituale molto distante dalla realtà cristiana più vicina a noi, ma i punti in comune sono visibili. Ikeda si chiede, in definitiva, se il cervello è il contenitore dell'anima o il computer che si occupa fisiologicamente del corpo. La risposta è entrambe. Perché secondo il Buddhismo di Nichiren, la mente non è più alta del corpo e anzi mente e corpo sono un'unità indissolubile, l'uno non esiste senza l'altro.
    L'obbiettivo non è l'eliminazione dei desideri terreni, ma il loro utilizzo nella ricerca di Dio, perché Dio, il tutto, è parte di noi, anche nel corpo.
    Partendo quindi da questo insegnamento, il cervello è sia sede delle attività fisiologiche del corpo, sia la sede dei pensieri spirituali.
    Una persona incapace di utilizzare e avere accesso ai propri pensieri consci e inconsci è non solo spiritualmente, ma anche fisiologicamente morta.
    L'eutanasia non è un atto di compassione, è anche una scelta spirituale. Scegliere di non voler vivere questa vita senza il controllo di se stessi è rispettabile, non è concreto, né distrugge la fede o la speranza. È un atto di coscienza personale e legittimo, ma anche e soprattutto di fede.
    La contrapposizione ideologica tra religione cristiana e atea deve essere superata, in favore del rispetto per tutte le forme di spiritualità individuali....

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    Last Post by Souji Okita il 21 Mar. 2015
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  7. L'argomento - secondo il mio modesto parere

    AvatarBy Souji Okita il 19 Mar. 2015
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    La legalizzazione della cannabis - secondo il mio modesto parere



    E' inutile sottolineare, ma lo farò, quanto sia difficile trattare l'argomento senza prendere una delle due posizioni. Ma forse non si può semplicemente basare una discussione apriorando quanto influenzi l'opinione personale. E forse un modo per superare questo ostacolo c'è e non riguarda l'essere proibizionisti o antiproibizionisti, ma pensare cambiando il sistema che parla della questione, non tramite la differenziazione tra chi è d'accordo e chi non lo è, ma fornendo spunti di riflessione e punti di vista affinché qualcun altro prenda uno spunto e sviluppi l'argomento; è così che si costruisce la conoscenza e la cultura delle cose no? Dal mio punto di vista, che non vuole starsene sopra a nessun altro (poiché ripeto, non è questione di convincere o meno di una posizione soggettiva), il discorso sulla legalizzazione è uno strumento di legittimazione politica (da una parte e dall'altra). Perché a parte slogan e false battaglie sociali, nessun uomo politico ha mai espresso un parere giustificato. Sto forse dicendo che chi non vorrebbe legalizzare la canapa sia ignorante sull'argomento stesso? Anche, ma non voler conoscere la cosa in modo soggettivo e oggettivo, in un contesto di contrapposizione di urla in un teatrino dei pupi in cui ti fanno credere di credere a ciò che dicono è anche esso uno strumento di auto-legittimazione del potere. In che senso? Beh, pensandoci, a chi converrebbe la legalizzazione? La sua illegalità alimenta un sistema ideologico che si basa sulle costanti dicotomie stereotipate di opinione.
    Qualche esempio?
    Gli immigrati devono andarsene VS siamo tutti fratelli.
    Salvini è un razzista ignorante VS è il nuovo volto dell'italia.
    Chi fuma le canne è un drogato VS fanno più male le sigarette.
    E' in questa semplice contrapposizione , nella facilità della sua formazione che si autolegittima il potere; perché, invece di studiare un qualcosa, è più facile spiegarlo portandolo all'estremo e contrapponendolo, appunto, a un suo opposto. Ma tornando ai potenti, chi mai vorrebbe interrompere il flusso di criminalità organizzata dietro la droga, con il rischio di troncare i rapporti reciproci? Chi della politica, aprirebbe il proprio credo politico alla discussione eterogenea e non di parte? Chi rinunc...

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    Last Post by Souji Okita il 19 Mar. 2015
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  8. La questione di oggi – Secondo il mio modesto parere

    AvatarBy Souji Okita il 19 Mar. 2015
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    Questione di cattiveria – Secondo il mio modesto parere



    L'ignoranza politica di questo mondo non è un errore, non è incapacità, è una scelta precisa e mirata al mantenimento del potere e dell'egemonia degli stati che si auto-considerano “occidentali”. Il rapporto che questo cosiddetto occidente sta avendo contro e sull' Isis (il cui acronimo è una dichiarata invenzione americana) ricalca perfettamente una scelta mediatica precisa: continuare ad esercitare la propria influenza sull'opinione pubblica. Trovare un nemico per fare casse, perché che la guerra sia un investimento per il futuro l' America dovrebbe saperlo molto bene.
    Quanto si è sconvolta l'opinione pubblica dopo la notizia dell'utilizzo delle bombe al cloro? Che barbari assassini. Eppure forse qualcuno non si ricorda che il 30 Maggio 2008 è stata adottata la “Convenzione per abolire le bombe a grappolo”, ordigni che esplodendo disperdono pezzi e schegge. Insomma, un' arma senza scampo usata contro i civili. Informo chi non lo sapesse, che la convenzione non è stata sottoscritta da: Stati Uniti, Russia, Israele, Brasile, Cina, India, Pakistan. Ma interessa davvero a qualcuno? Perché l'opposizione politica non può basarsi solo una contrapposizione di opposti, non si può analizzare questa “piccola” cosa dicendo semplicemente: “loro lo hanno fatto, ma anche gli altri”, sarebbe come cadere nel sistema stesso che si articola sulle contrapposizioni. Il punto su cui vorrei invece soffermarmi, consiste nel fare attenzione nel giudicare le differenze, perché le differenze esistono in maniera specifica, non possono essere totali, essenziali. Ma sono utili strumenti di propaganda e di auto-legittimazione politica. Tanto i temibili “terroristi” tanto l'utilizzo del terrorismo mediatico infetta l'informazione e guasta l'opinione pubblica. Avere paura di una guerra è ridicolo, la guerra esiste da molto prima. Ma la questione in Siria non ci faceva paura, mancava la chiacchiera da bar, mancava la discussione politica. Quando il governo italiano ha preso in mano l'argomento ha usato l'ignoranza dei propri cittadini e l'egemonia sui media contro i concetti fondamentali di tolleranza e di integrazione, che nulla c'entra con la violenza. Non può essere una questione di parti, non lo è. Non ci sono i cattivi, c'è un sistema ideologico che si fonda sul capitalismo, sulla complicità nel sottolineare le differenze e usarle per sostenere il po...

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    Last Post by Souji Okita il 19 Mar. 2015
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